In odor di menzogna di kaos3003
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Tre uomini, tre momenti, tre menzogne.


Categoria: Pre-OOP Personaggi: Remus Lupin
Era: [+] Più Ere
Generi: Introspettivo, Triste
Lunghezza: Flash Fiction (260-1000)
Pairing: Nessuno
Avvertimenti: Nessuno
Sfide: Nessuno
Series: Nessuno
Capitoli: 3 Completa:Parole: 1446 Read: 22839 Pubblicata: 04/08/09 Aggiornata: 20/08/09
Note alla storia:

Fandom: Harry Potter

Titolo raccolta: In odor di menzogna (Your words cut rather deeply, they're just some other lies.)

Personaggi: Remus Lupin

Rating: PG

Genere: Introspettivo, Malinconico

Avvisi: Nessuno

Disclaimer: Premesso che nessuno dei personaggi qui trattati mi appartiene (rivolgetevi a JK Rowling per chiarimenti), questa storia non ha alcuno scopo di lucro, solo un mero intento ludico.

Note dell'autore: La raccolta si ispira ad un prompt di Temporal-mente, ogni capitolo, invece, prende ispirazione da un'immagine della community Camera Oscura.

1. Ricordando l'odore dell'erba... di kaos3003

2. ... ti dirò... di kaos3003

3. ... addio. di kaos3003

Ricordando l'odore dell'erba... di kaos3003
Note dell'autore:

Fandom: Harry Potter

Titolo raccolta: In odor di menzogna (Your words cut rather deeply, they're just some other lies.)

Titolo: Ricordando l'odore dell'erba...

Riassunto: Remus non aveva mai temuto la pioggia.

Personaggi: Remus Lupin

Rating: PG

Genere: Introspettivo, Malinconico

Avvisi: Nessuno

Set: set vario I

Prompt: #16

Disclaimer: Premesso che nessuno dei personaggi qui trattati mi appartiene (rivolgetevi a JK Rowling per chiarimenti), questa storia non ha alcuno scopo di lucro, solo un mero intento ludico.

Note dell'autore: La raccolta si ispira ad un prompt di Temporal-mente, ogni capitolo, invece, prende ispirazione da un'immagine della community Camera Oscura.

Remus non aveva mai temuto la pioggia; se sei un lupo mannaro impari presto che le intemperie e la natura sono spesso la parte più gentile del mondo. No, quello che temeva veramente era quel momento che sopraggiungeva subito dopo l'acquazzone, quando le zampe affondano nel fango e l'aria fredda e umida frusta la faccia di chi si avventuri fuori casa.

 

La sua prima trasformazione era avvenuta a sera tarda, dopo una lunga, noiosa giornata di pioggia.

 

Ai suoi occhi di bambino quelle ore erano state quanto di più triste potesse concepire: sua madre aveva pregato fino allo sfinimento perché non si rasserenasse e il suo bambino potesse dormire tranquillo quella notte. Suo padre, decisamente più pratico, lo aveva rinchiuso in una gabbia subito dopo cena.

 

Le porte non possono trattenere un lupo mannaro, le sbarre sì.”

 

Erano parole crudeli per un bambino di soli sette anni, ma probabilmente avevano salvato la vita ai suoi genitori. Una bestia non distingue la propria madre da una preda, almeno così sosteneva suo padre.

 

Certo, le sbarre così acquistavano un senso ed erano giuste, eppure spesso si svegliava la notte, madido di sudore, e con la sensazione di essere circondato dal freddo del metallo. In quei momenti, se si sforzava, poteva quasi sentire l'odore penetrante dell'erba bagnata salirgli fino al cervello e un dolore alla tempia sommarsi a quello del morso sulla spalla. Non che dolesse veramente, i guaritori avevano sempre sostenuto fosse passato troppo tempo perché fosse possibile, forse assomigliava semplicemente al ricordo di una fitta particolarmente dolorosa.

 

Per quanto cercava nei suoi ricordi di bambino persisteva quella finestra, lasciata aperta con una noncuranza agghiacciante. Non pensava certamente che suo padre lo avesse fatto apposta, non voleva nemmeno credere che il suo odio per quello che era diventato potesse arrivare a tanto, ma quella finestra e quel profumo d'erba ossessionavano il lupo: erano una promessa di libertà, d'azione, quasi di sangue.

 

A nulla valevano le lacrime e le preghiere di sua madre: una volta al mese la porta della sua camera veniva chiusa a chiave e lui rimaneva nella gabbia nel piccolo soggiorno, tra le rose alle pareti e il lavoro a maglia lasciato a metà, colpendo le sbarre con la testa, graffiandosi per sfogare la furia. Sembrava assurdo, ma nel suo sangue rimaneva quel retrogusto dolce di essere umano. Un misero accenno, ma sufficiente per eccitarlo.

 

Già, per lui in quelle notti esistevano solo una punta di sapore e un odore penetrante, e gli occhi di suo padre, colmi di dolore e orrore.

 

In quel momento una mosca si posò sul vetro sudicio della finestra e il rumore dell'acqua che scorreva nella grondaia riempì la stanza spoglia. Fuori riecheggiavano i passi affrettati di chi cercava riparo dall'acquazzone e il frastuono del traffico all'ora di punta.

 

Remus sospirò, lasciando cadere l'ago. Era un vera fortuna che quell'odore pungente non si avvertisse nel piccolo appartamento della periferia di Londra lasciatogli da suo zio: la pioggia che batteva sui vetri e i calzini da rammendare bastavano a ricordargli cos'era.

... ti dirò... di kaos3003
Note dell'autore:

Fandom: Harry Potter
Titolo raccolta: In odor di menzogna (Your words cut rather deeply, they're just some other lies.)
Titolo: … Ti dirò...
Riassunto: Negli occhi della gente spesso si nasconde un mostro.
Personaggi: Remus Lupin
Rating: PG
Genere: Introspettivo, Malinconico
Avvisi: Nessuno
Set: set vario I
Prompt: #18
Disclaimer: Premesso che nessuno dei personaggi qui trattati mi appartiene (rivolgetevi a JK Rowling per chiarimenti), questa storia non ha alcuno scopo di lucro, solo un mero intento ludico.
Note dell'autore: La raccolta si ispira ad un prompt di Temporal-mente, ogni capitolo, invece, prende ispirazione da un'immagine della community Camera Oscura

“Mi spiace signor Lupin, ma non credo che lei soddisfi le nostre richieste.”
Come sempre, pensò Remus, mentre si aggiustava la sciarpa intorno al collo. Per come la vedeva lui, vendere biscottini per gufi e sabbia per gatti non richiedeva un elenco preciso di referenze, evidentemente Mr. Cox aveva un'opinione differente in materia.
Dicembre doveva essere il momento favorevole per chi cercava lavoro. In fondo, quale negoziante non avrebbe pregato per un aiuto, soprattutto a pochi giorni dalle feste?
La neve ricominciò a cadere lieve, mentre una coppia carica di pacchi lo sorpassava e le loro voci si aggiungevano ai numerosi auguri scambiati nella via. Qualcuno, forse per sbaglio, aveva perfino fatto un cenno a lui, borbottando a mezza voce qualcosa come buon Natale.
Una risata infantile irruppe tra il vociare della folla, e Remus rimase a contemplare la scena di fronte a lui. Un bimbo premeva il naso contro la vetrina del negozio di Mr Cox, scrutando divertito un cucciolo rotolarsi nella propria gabbietta, mentre i genitori lo osservavano pochi passi più in là, completamente rilassati.
Il cucciolo abbaiò un paio di volte, e il piccolo batté le mani. Non doveva avere più di cinque anni e portava un buffo berretto rosso, uno di quelli che le madri sono tanto orgogliose di saper sferruzzare e che solo nei primi anni di vita puoi portare senza vergogna e imbarazzo. Lui non ricordava di aver mai portato un berretto simile, non dopo i quattro anni e quella notte, almeno.
Il bambino era ancora concentrato sul cucciolo, quando suo padre si voltò. Remus lo conosceva bene, purtroppo era stato diverse volte nell'ufficio di Amos Diggory e quello sguardo a metà tra il compassionevole e l'inorridito era sempre lo stesso. Come un uomo simile fosse arrivato al Dipartimento per il Controllo e la Regolazione delle Creature Magiche era un vero mistero, anche se c'era chi vociferava di una certa prozia del Ministro e di un debito in una partita a carte.
Mrs Diggory sussultò appena prima che il marito la prendesse per il braccio e trascinasse lei e il figlio lontano da quella vetrina. O lontano da lui, se proprio avesse voluto essere onesto. In fondo, pensò Remus, contemplando il proprio riflesso, i segni di un lupo mannaro che tenti di vivere come un uomo fanno più clamore delle caratteristiche della bestia.
Il suo cappotto era ridotto ad un ammasso di toppe e tarme su cui spiccavano solo due bottoni di legno, visto che non aveva mai ritrovato il terzo; ma la vecchia sciarpa a righe rosse e dorate era ancora calda, e sapeva di casa.
Le sponde del lago nero erano insolitamente silenziose quella sera. James e Sirius ormai sapevano tutto, sapevano che cos'era. Un mostro. E lui sarebbe stato solo, di nuovo.
“Ti dirò, ragazzo mio,” iniziò il preside “Io non vedo nessun mostro riflesso in questo lago.” Un tentacolo ruppe la superficie, schizzandoli entrambi. Silente rise di quella scena. “Se non consideriamo la nostra amica, ovviamente.”

... addio. di kaos3003
Note dell'autore:

Fandom: Harry Potter

Titolo raccolta: In odor di menzogna (Your words cut rather deeply, they're just some other lies.)

Titolo: … Addio

Riassunto: gli orologi si fermano in un perpetuo ricordare

Personaggi: Remus Lupin

Rating: PG

Genere: Introspettivo, Malinconico

Avvisi: Nessuno

Set: set varioI

Prompt: #20

Disclaimer: Premesso che nessuno dei personaggi qui trattati mi appartiene (rivolgetevi a JK Rowling per chiarimenti), questa storia non ha alcuno scopo di lucro, solo un mero intento ludico.

Note dell'autore: La raccolta si ispira ad un prompt di Temporal-mente, ogni capitolo, invece, prende ispirazione da un'immagine della community Camera Oscura.

Il bollitore fischiò proprio mentre dall'appartamento di sotto arrivava la voce di uno speacker che illustrava la notizia del giorno: il pluriomicida Sirius Black era evaso da un carcere di massima sicurezza. La polizia raccomandava la massima attenzione e di fornire qualsiasi informazione utile alla cattura.

Remus sospirò, mentre versava l'acqua in una vecchia tazza sbeccata. Non sapeva cosa credesse di poter fare la polizia Babbana quando perfino gli Auror erano tanto disperati da irrompere in uno squallido appartamento di periferia e interrogare un lupo mannaro per quasi quattro ore.

Il più pericoloso fra i seguaci di Voldemort e il suo vecchio amico lupo mannaro, un collegamento fin troppo semplice per coloro che avevano superato i tre anni dell'accademia; un vero peccato che lui non avesse contatti con Black da dodici anni.

Erano stati veramente grandi amici ad Hogwarts lui, James e Sirius, quasi dei fratelli, a dire il vero, e la cosa non sembrava destinata a cambiare con al fine della scuola: Sirius aveva fatto da testimone al matrimonio di James e Lily, era stato perfino scelto come padrino del piccolo Harry, praticamente era parte della famiglia.

Sembrava tutto perfetto, fino a quella notte.

Remus sedette al tavolo mentre dalla strada salivano le sirene della polizia, impegnata nel quotidiano giro di ronda. La radio del suo vicino trasmetteva un vecchio pezzo di Tom Waits, mentre la faccia del suo vecchio amico ringhiava dalla copertina del Profeta.

La riunione si era conclusa da poco, e come sempre Sirius gli si avvicinò con un ghigno stampato in faccia. Remus alzò gli occhi al cielo quando sentì un braccio circondargli le spalle. Nonostante fosse appena tornato da una missione presso un branco di lupi mannari del nord, sapeva di non poter dire di no all'amico. Purtroppo per lui lo sapeva anche Sirius.

“Sarò da te dopo cena, controllo solo che James stia bene.”

Non era la prima volta che veniva in visita in quei mesi; da quando James era stato costretto a nascondersi, Sirius si era aggrappato a lui, eleggendolo a compagno di bevute e racconti spinti. Quella sera non avrebbe dovuto essere un'eccezione.

Aveva aspettato a lungo seduto a quel tavolo, vagliando una lunga lista di lavori per i quali non sarebbe mai stato assunto, senza nemmeno preoccuparsi di quel ritardo.

Aveva aspettato seduto a quel tavolo, ed era ancora lì quando Silente gli comunicò dell'omicidio dei Potter e del tradimento di Sirius. Erano le nove e cinquantatré e lui aveva appena eliminato dalla lista la voce "venditore di amuleti".

La tazza fra le sue mani era ormai fredda, quando alzò lo sguardo. L'orologio della sua cucina non avrebbe mai segnato le nove e cinquantaquattro.

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